Intelligenza Artificiale e RankBrain: Google diventa umano?

RankBrain: Intelligenza Artificiale nel motore di ricerca Google?

Scopri che cos’è l’AI, il RankBrain di Google e come cambierà il modo di fare SEO.

 

Negli ultimi anni si spendono tante parole attorno al tema dell’Intelligenza Artificiale, o AI (Artificial Intelligence) con il paradosso che in moltissimi ancora non ne capiscono il significato e l’importanza. Diversi sono gli ambiti di maggiore focalizzazione dell’Intelligenza Artificiale dall’automotive, con le macchine a guida autonoma, fino al manifatturiero, con le fabbriche 4.0. Non crederai che ne rimanga fuori il web marketing?

Assolutamente no, infatti da RankBrain in poi, l’Intelligenza Artificiale ha assunto sempre di più un ruolo di primo piano nel mondo del marketing online arrivando a influenzare pesantemente anche il mondo della SEO. Ricordi quando di Intelligenza Artificiale si parlava solamente nei film fantascientifici? Ebbene, oggi è una realtà consolidata e ce lo dimostrano i vari chatbot e tutti i contenuti automatizzati che circolano sul web.

In che modo l’AI è destinata a mutare il mondo dell’ottimizzazione dei siti web per i motori di ricerca?

E tu, cosa devi fare per avere un sito competitivo e capace di agguantare le prime posizioni della SERP di Google?

E cosa devi fare quando Big G farà pieno affidamento sull’AI per fornire i risultati di ricerca agli utenti?

Per te è fondamentale sapere come mantenere, o far arrivare, il tuo sito web tra le prime posizioni sui motori di ricerca e ti serve capire come funziona la AI SEO, ovvero la Search Engine Optimization in relazione all’Intelligenza Artificiale. Il che è perfetto, perché è proprio di questo che voglio parlarti oggi!

Per prima cosa ti propongo una piccola definizione di Intelligenza Artificiale.

Che cos’è l’Intelligenza Artificiale?

L’intelligenza Artificiale, dall’inglese Artificial Intelligence, è una disciplina che studia i fondamenti teorici, le metodologie e le tecniche che consentono la progettazione di sistemi hardware e software capaci di fornire all’elaboratore elettronico prestazioni che, a un osservatore comune, sembrerebbero essere di pertinenza esclusiva dell’intelligenza umana. Infatti, tale disciplina è dibattuta tra scienziati e filosofi poiché manifesta aspetti etici oltre che teorici e pratici.

L’interesse della comunità scientifica per l’Intelligenza Artificiale ha inizio molti anni fa: infatti, il primo progetto di Artificial Intelligence risale al 1943. Due ricercatori, Warren McCulloch e Walter Pitt, proposero il primo neurone artificiale a cui seguì, nel 1949, il libro di Donald Olding Hebb, psicologo canadese, grazie al quale vennero analizzati in dettaglio i collegamenti tra i neuroni artificiali e i modelli complessi del cervello umano.

Il termine Artificial Intelligence è stato coniato dal matematico statunitense John McCarthy nel 1956 e con esso il lancio dei primi linguaggi di programmazione (Lisp nel 1958 e Prolog nel 1973) specifici per l’AI.

Una volta chiarito cos’è l’Intelligenza artificiale, possiamo proseguire con il discorso sulla SEO AI cercando di capire insieme in che modo influisce sull’ottimizzazione per i motori di ricerca. Innanzitutto per fare della buona SEO devi avere un’ampia gamma di informazioni di partenza, altrimenti risulta inutile.

Prima ho fatto cenno al Rankbrain, ricordi?

Cos’è il RankBrain di Google?

RankBrain è il nome dato da Google ad un sistema di Intelligenza Artificiale in grado di apprendere in modo automatico e viene utilizzato per aiutare a processare i risultati della ricerca.

Si è iniziato a parlare di SEO legata all’Intelligenza Artificiale dall’ottobre 2015, quando su Bloomberg è apparso un interessante articolo. In esso si spiegava come Google avesse spostato la sua tecnica di ricerca sull’intelligenza artificiale, grazie a quel nuovo algoritmo che oggi noi tutti – o quasi – conosciamo come RankBrain per l’appunto.

RankBrain è una parte dell’algoritmo di ricerca di Google, ossia un programma che viene utilizzato per ordinare miliardi di pagine e trovare quelle più rilevanti per determinate query. Il citato algoritmo si chiama Hummingbird, il suo nome deriva dalla velocità e precisione del colibrì.

Se consideriamo Hummingbird come il motore di un’automobile, fatto di varie parti, RankBrain potrebbe essere considerato come una di queste componenti. Infatti, il pezzo di Bloomberg afferma proprio che RankBrain NON gestisce tutte le ricerche, come invece fa l’algoritmo globale.

Bene, alla luce di quello che hai letto finora, puoi capire che se fino ad oggi hai potuto lanciarti online con un certo successo pur non interessandoti del tutto ai parametri di giudizio di Google, ora non sarà più possibile. Infatti, l’Intelligenza Artificiale utilizzata da Big G è ancora qualcosa di abbastanza primitivo, tutto cambierà quando RankBrain sarà in grado di prendere il sopravvento sugli altri algoritmi. Attenzione però, questo non vuol dire che non abbia già cambiato il modo di fare SEO. Con il sopraggiungere di Hummingbird alcune cose son cambiate e non di poco.

Cosa fa esattamente RankBrain?

RankBrain viene utilizzato principalmente come un modo per interpretare le ricerche che le persone fanno per trovare pagine che potrebbero non includere le parole usate per effettuare la ricerca. Ma in che modo aiuta a raffinare le query?

Il metodo usato oggi da Google coinvolge una parte di lavoro umano: creare “stemming list”, ossia liste di sinonimi o connessioni fra le cose, anche se sono attività che vengono svolte da macchine, prevedono un lavoro umano a monte. Infatti, in passato, se cercavi “scarpa” Google non trovava le pagine che parlavano di “scarpe”, in quanto le due parole sono diverse. Ma lo “stemming” ha poi permesso a Google di capire queste varianti e molte altre, come ad esempio “running” che è una variante di “run”.

Molte delle query sono complesse, composte da più parole, chiamate “di long tail“. RankBrain è progettato per aiutare a meglio interpretare queste query, in modo da restituire all’utente che effettua una ricerca le pagine migliori.

Come puoi guadagnare le prime posizioni di fronte a un motore di ricerca che classifica i siti appoggiandosi anche sul machine learning?

Non starò qui ad elencarti le migliori tecniche per posizionarti e bla bla bla…

Amico mio, parti dal presupposto che a prescindere da RankBrain e dall’Intelligenza Artificiale, i fondamenti non cambiano. Mi spiego meglio, l’obiettivo di Google resta sempre quello di restituire agli utenti i migliori risultati, quindi la tua meta deve essere quella di realizzare contenuti di qualità e di valore e di diventare un punto di riferimento per la tua nicchia. Di fronte all’AI non è necessario fare delle artificiosità. Fare SEO interfacciandosi con un’intelligenza artificiale, da un certo punto di vista, può persino semplificare la vita di chi crea dei contenuti per la rete.

Più importanza avranno gli algoritmi di AI, più ‘umano’, paradossalmente, diventerà il comportamento del motore di ricerca. Per realizzare dei contenuti buoni per RankBrain, dunque, è necessario mettere ancora di più l’utente al centro dei propri pensieri!

Insomma, si potrebbe persino pensare che, per chi ha sempre lavorato bene nella creazione di contenuti SEO, le cose non siano molto cambiate. Devi creare i contenuti pensando in primo luogo all’utente, scegliendo le parole chiave giuste e inserendole nelle parti giuste del testo.

Comunque è un argomento intrigante ed affascinante, quindi ci ritornerò sicuramente in seguito. Chissà, può darsi  che io ti scriva le migliori tecniche e bla bla bla che non ti ho illustrato in questo articolo.

Nel frattempo, lasciami un tuo commento e continua a seguirmi qui.

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