12 scuse incredibili (e vere) per non andare al lavoro

Tra le scuse più improbabili, ce n'è una che coinvolge una bottiglia di collutorio

Scuse incredibili, e incredibilmente vere: cosa non si fa per una giornata di vacanza in più dal lavoro. CareerBuilder, motore di ricerca per trovare lavoro diffuso in tutto il mondo, ha effettuato un’indagine coinvolgendo più di duemila dirigenti statunitensi, per farsi dire quali sono state le scuse più improbabili che hanno sentito nella propria carriera. Ciò non vuol dire che le giustificazioni fornite siano necessariamente delle bugie: semplicemente, sono insolite!

Eccone una selezione.

– Mi sono rotto un braccio cercando di afferrare al volo un panino che stava cadendo a terra
– Sono rimasto incastrato sotto al letto
– L’Universo mi ha detto di prendermi un giorno libero
– Mia moglie ha scoperto che la tradisco: devo passare tutto il giorno a recuperare le mie cose dalla spazzatura
– Mia nonna mi ha avvelenato con il prosciutto
– Mi sono infilzata l’occhio mentre mi pettinavo i capelli
– Mia moglie ha messo tutte le mie mutande in lavatrice
– Sto andando in spiaggia: il dottore mi ha detto che ho bisogno di più vitamina D
– Ho il gatto incastrato nel cruscotto
– Mi sono scolato una bottiglia di collutorio, scambiandola per una Powerade: ora mi sento male
– Un lama mi ha dato un calcio e ora ho una gamba rotta
– Il mio parrocchetto ha l’influenza: ha bisogno delle mie cure

Ovviamente, l’obiettivo di CareerBuilder non era quello di riempire Internet con articoli divertenti sulle scuse più improbabili dei dipendenti. Lo scopo era di analizzare e comprendere il comportamento dei lavoratori quando hanno bisogno di un giorno libero e in che modo si relazionano ai propri superiori.

La prima scoperta è stata che – a detta degli intervistati – circa il 38% dei propri dipendenti si è presa un giorno di ferie, malgrado non avessero malattie o problemi particolari. In molti cercano comunque di essere onesti coi superiori, spiegando di aver bisogno di un giorno di relax o persino di recuperare un po’ di sonno. Non sempre è così, e questo succede spesso perché l’azienda non promuove onestà e trasparenza nel dialogo con i dipendenti:

In alcune imprese, le persone non si sentono a proprio agio quando devono dire ai manager che hanno bisogno di un po’ di tempo per se stessi: preferiscono piuttosto inventarsi delle scuse assurde”, spiega Rosemary Haefner, vicepresidente del settore risorse umane di CareerBuilder. “Nella maggior parte dei casi, è meglio essere onesti, senza condividere troppi dettagli con i superiori: anche loro, infatti, possono capire il bisogno di un po’ di tempo libero per ricaricare le batterie o per occuparsi di questioni personali”.

Tra l’altro, essere sinceri può essere l’opzione migliore per mantenere il posto. Secondo la ricerca, il 33% dei datori di lavoro (almeno negli USA) ha controllato se effettivamente il dipendente stava dicendo la verità o meno. E il 22% degli intervistati ha poi licenziato un dipendente per essersi inventato delle scuse false.

 

(Photo Credit: Vox Efx on Flickr)

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